“Ogni sintomo è una provocazione che ci offre l’opportunità di guardarci in profondità” (Nanetti 2007).

Se la persona coglie questa occasione può scoprire le vere cause che generano il suo disagio e imparare ad affrontarle.

La medicina tradizionale ha offerto ottimi spunti di cura, ma a volte si nota che è necessaria una visione olistica della persona che consideri non solo il corpo, ma anche la mente e l’aspetto emotivo. Infatti è risaputo che molte nostre emozioni, se non vengono ascoltate o se non vengono gestite in modo adeguato, rischiano di trasformarsi in sintomi e disagi corporei. 

Ecco alcuni esempi di come il corpo reagisce di fronte a bisogni non ascoltati.

Cuore

A volte quando inizia a “farsi sentire” è perché la persona tende ad affidarsi troppo alla ragione e poco agli istinti, tende a chiudere la porta di fronte alle emozioni. E’ significativa l’affermazione di Shakespeare “dai voce al tuo dolore: la pena che non parla fa stringere il cuore oppresso, finché non si spezza”.

Ipertensione: a volte sopraggiunge quando la persona è perennemente in allerta e volta alla competizione, continua a voler lottare senza riuscire a raggiungere in modo assertivo i suoi scopi.

Stomaco

E' risaputo che l’ulcera è generata da fattori emotivi legati all’aggressività repressa o esibita in modo eccessivo, in alcuni casi il soggetto per “digerire” le situazioni deve continuamente produrre succhi gastrici anche in assenza di cibo.

Stipsi

A volte si verifica quando la persona “non vuol lasciare andare” qualcosa o ritiene che quel qualcosa dentro di sé sia negativo e quindi è giusto tenerlo “per sè”.

Asma

Secondo l’interpretazione di Dahlke, la persone vuole prendere troppo, ma non riesce a dare e quindi si sovraccarica in una situazione di soffocamento.

Cefalea

A volte è sinonimo di un conflitto interno alla mente, valori o ambizioni che lottano tra loro, voglia di cambiamento, ma anche incapacità o paura ad affrontarlo. 

Ovviamente questi sono alcuni esempi atti ad illustrare nel concreto cosa si intende per psicosomatica, ma è ovvio che ogni persona ha una SUA storia e quindi l’approccio olistico vuole proprio approfondire le cause PERSONALI che hanno generato PROPRIO QUEL disagio fisico.

Non c’è la minima intenzione di incasellare la persona con un sintomo e attribuirle subito una causa psicologica. L’obiettivo è invece quello di prestare ascolto alla persona, ma ancora di più al sintomo, cercando di capire perché è “giunto” proprio in QUEL momento di vita dell’individuo e quale CAMBIAMENTO concreto genera la malattia nell’esistenza della persona e/o nel rapporto con gli altri. 
Indagando il sintomo secondo questa prospettiva vengono in superficie molti aspetti interessanti della persona che, accompagnata da un esperto ad affrontarli, può ritrovare il suo ben-essere. Infatti come la mente può creare scompensi nel fisico, può anche favorirne la guarigione.
E’ noto  che a volte molte persone guariscono da un sintomo, per poi riammalarsi in modo “diverso”. Vuol dire che il bisogno inespresso, messo a tacere ed eliminato nel corpo, in realtà continua ad esistere nella mente con il rischio di ripresentarsi in modo più incisivo. 

Il corpo comunica, bisogna quindi imparare ad ascoltarlo, altrimenti “urlerà” in modo sempre più forte. 

E’ emblematica la massima di Pascal “La malattia è il luogo in cui si appende”, è grazie al sintomo che infatti la persona può imparare ad ascoltare i suoi BISOGNI inespressi e dar loro voce. 
Anche E. Bach sottolinea che “Ciò che chiamiamo malattia è la fase terminale di un disturbo molto più profondo, e perché un trattamento possa avere davvero successo è evidente che non basterà curare la sola CONSEGUENZA senza risalire alla causa FONDAMENTALE”. 

Nella nostra società si è persa l’attenzione per sé stessi, la voglia di ascoltarsi, la voglia di introspezione, si tende invece a correre, a raggiungere una meta per poi non riuscire neanche a godersela e ripartire subito all’impazzata per raggiungerne un’altra.
E’ in questo momento che la malattia arriva e ti “costringe” a fermarti, ti ricorda che devi imparare ad ascoltarti, che la vita non è fatta di corse, ma di momenti da vivere intensamente con gioia, nel “qui e ora”, non proiettati sempre ad un domani, o ingabbiati in un ieri.

La malattia ti costringe a rivivere la tua storia in modo diverso e se ne apprendi il profondo significato, puoi veramente riscoprire il ben-essere nell’equilibrio corpo-mente.