PREMESSA

Spesso si nota come alcuni calciatori durante una partita non riescano ad ottenere un ottimo risultato. A volte si incolpa la dieta, l’eccesso di caldo o freddo, il terreno di gioco, ma spesso entra in causa anche un altro fattore determinante: LA TESTA. 
I giocatori non rendono al meglio a causa di tensioni, demotivazioni, scarso spirito di squadra, incapacità a gestire lo stress. Accanto alla preparazione fisica, quindi diventa fondamentale anche la PREPARAZIONE MENTALE, occorre esercitare non solo i muscoli, ma anche il cervello per gestire al meglio tutte le variabili interne ed esterne che emergono prima, durante e dopo una partita. 
Importante è ricordare che le mete ambiziose richiedono una crescita anche interiore, infatti quando le risorse interne si mescolano efficacemente con le risorse corporee si ha una marcia in più per raggiungere ottimi risultati. 
Se abbiamo una Ferrari, ma non la sappiamo guidare, anche una Cinquecento ci può superare, quindi è importante il pilota. La nostra mente, il pilota, deve sapere usare al meglio il nostro corpo, la Ferrari. A volte giocatori preparatissimi e molto validi dal punto di vista corporeo hanno un rendimento mediocre in campo. E’ fondamentale la preparazione fisica, ma altrettanto fondamentale diventa la preparazione mentale, per evitare di gettare via tutta la fatica di ore e ore di allenamento solo perché si viene colti da un momento di ansia o di demotivazione, solo perché non si riescono a gestire i repentini cambiamenti richiesti nel gioco, o perché non si riesce a lavorare bene in squadra. Quindi il TRAINING MENTALE per: 
LAVORARE SULLA MOTIVAZIONE,
MIGLIORARE LA CONCENTRAZIONE E L’ATTENZIONE, 
GESTIRE LO STRESS AGONISTICO DURANTE LA PARTITA, 
LAVORARE  SULLO SPIRITO DI SQUADRALA MOTIVAZIONE
La motivazione è il motore delle nostre azioni, è una marcia decisiva che permette di raggiungere uno specifico obbiettivo per appagare un bisogno preciso in un dato momento. E’ ovvio che ogni calciatore è motivato a raggiungere l’obiettivo, ma non è così ovvio che ad un’alta motivazione “apparente” corrisponda anche una motivazione VINCENTE. 
A volte i calciatori sono bloccati da scarsa fiducia nelle proprie performance e dalla stima in sé stessi e nei compagni di squadra. A volte sono presenti blocchi e cicatrici mentali che impediscono di attingere totalmente alle proprie potenzialità. In altri casi sono le credenze limitanti (spesso presenti in ognuno di noi) che creano prestazioni mediocri. Obiettivo di un adeguato training mentale è quello di:

  • trasformare le credenze limitanti che ostacolano il raggiungimento dell’obiettivo
  • aumentare la fiducia e la stima in sé stessi 
  • rimuovere eventuali blocchi che impediscono di ottenere il meglio 
  • riuscire a concretizzare la propria voglia di vincere senza lasciarsi condizionare da stimoli esterni (tifo opposto, tensioni di squadra, goal appena subito…)


LA VISUALIZZAZIONE: GIOCARE NELLA MENTE PRIMA DI GIOCARE IN CAMPO
Sempre più frequente è l’uso di tecniche di visualizzazione atte a preparare l’atleta prima della competizione. E’ risaputo che quanto più uno sportivo impara a visualizzare la partita, tanto più facilmente riesce a gestire l’evento. LE NOSTRE AZIONI DIPENDONO DALLE NOSTRE CONVINZIONI, così come LE NOSTRE EMOZIONI DIPENDONO DAI NOSTRI PENSIERI. Se il calciatore viene allenato ad immaginare la partita e ad attingere le proprie risorse nei momenti opportuni, il livello di tensione diminuisce, le paure si riducono e il risultato diventa ottimale. 
Le immagini mentali hanno un forte potere sulla prestazione, quindi è fondamentale riuscire a gestire al meglio queste immagini.L’obiettivo della visualizzazione è quello di:

  • immaginare passo dopo passo l’evento stressante
  • immaginare di attingere totalmente alle proprie risorse per ottenere il meglio anche di fronte agli imprevisti
  • viversi in uno stato di massima concentrazione
  • annullare ogni interferenza esterna
  • ridurre notevolmente la paura dell’ignoto


Fondamentale è imparare a NEUTRALIZZARE I PENSIERI NEGATIVI che fanno perdere forza, sprecare energia e vitalità. 
Un calciatore che scende in campo con in testa alcuni dubbi sulla sua performance ha perso in partenza. Per vincere bisogna “inserire” nella propria mente pensieri positivi e allenare la propria mente a VEDERE CON CHIAREZZA ciò che si vuole fare. LA GESTIONE DELL’ENERGIA E IL RILASSAMENTO
Le tecniche di rilassamento e gli esercizi di respirazione sono validi coadiuvanti nel gestire al meglio le tensioni e le emozioni. Gli esercizi di respirazione servono a caricare di energia i muscoli, mentre gli esercizi di rilassamento servono ad incassare e trasformare i colpi emotivi negativi che si possono presentare durante la partita. 
Molti atleti pensano che rilassarsi sia negativo perché temono di “perdere la grinta” per affrontare la partita. In realtà è dimostrato che un corpo rilassato e disteso pompa adrenalina proprio dove serve, concentrando l’energia SOLO dove richiesto, mentre chi è in tensione pompa adrenalina in ogni direzione con grande spreco di energia. RILASSATO NON VUOL DIRE SENZA CONCENTRAZIONE, ma anzi rilassato vuol dire PRONTO E CONCENTRATO AD OGNI EVENIENZA, FLESSIBILE E COORDINATO. 
L’energia quando è associata a pensieri ed emozioni di forza, eccitazione, felicità è utilizzata al meglio, quando invece la stessa energia è associata a pensieri di paura, rabbia, frustrazione crea perdita. ANSIA DA PRESTAZIONE, CONCENTRAZIONE E  STRESS
Lo stress si verifica quando i giocatori intuiscono che c’è un divario tra ciò che gli altri si aspettano da loro e ciò che loro riescono effettivamente a dare in quel momento in campo. A tutti è capitato di prepararsi al meglio e non riuscire a dare il meglio proprio quando richiesto. La causa è la mente che tira il freno a mano proprio quando il nostro corpo sta spingendo sull’acceleratore. 
Lo stato di tensione è efficace fino ad un certo punto, quando supera invece questo livello diventa negativo creando blocchi, tensioni e paure. Nello stato di tensione positiva, la mente è orientata sul compito, il giocatore non è disturbato dai propri pensieri poiché è completamente immerso nell’azione e sente di avere il controllo della situazione. 
Le cause stressogene in un giocatore sono le più varie, ad esempio un cattivo andamento dei risultati, un rapporto negativo con l'ambiente (società, allenatore, compagni, tifosi) ed elevate aspettative.
Nello sport lo stress dipende dalla PERCEZIONE che l'atleta ha della situazione, della gara, dipende dal MODO IN CUI L'ATLETA VIVE QUESTA SITUAZIONE.
Non sarà dunque la partita a provocare lo stress, ma la PERCEZIONE CHE IL CALCIATORE HA DELLA PARTITA. Dalla percezione della partita possiamo avere differenti reazioni, la stessa partita può suscitare in alcuni giocatori sensazioni di stress, in altri di eccitazione.Quando lo stress è eccessivo si possono presentare i seguenti segnali:

  • irritabilità generica;
  • comportamento impulsivo ed instabilità emotiva;
  • incapacità di concentrazione;
  • eccessivo senso di stanchezza;
  • ansia;
  • insonnia;
  • mancanza o eccesso di appetito.


CALCIO: GIOCO DI SQUADRA 
“Credo che nel calcio non si debba per forza di cose essere amici per ottenere, di fatto, dei risultati, quanto piuttosto sia necessario fra tutti il reciproco rispetto e la stessa unità d’intenti nel voler raggiungere l’obiettivo comune prefissato.” (Fontana, ex-portiere).
In quanto sport di gruppo, il calcio richiede una buona capacità di rapportarsi con altre persone e di calibrare il proprio atteggiamento in base ai compagni di squadra, agli avversari e al pubblico. 
Ai giocatori si richiedono dunque buone doti di adattamento alle esigenze della squadra, poiché le varie abilità tecniche, velocità, resistenza e visione di gioco devono essere sottomesse alle esigenze del gruppo.L’obiettivo è quello di gestire al meglio le dinamiche di gruppo e viversi come un’UNITA’ con la squadra. 
“Il gruppo è più della somma delle singole pari” (Lewin), quindi la somma delle singole potenzialità risulta essere maggiore nel gruppo se c’è coesione, aiuto e fiducia reciproca.