Ti sei mai chiesto perché alcune persone si ammalano più facilmente di altre o perché alcune rispondono meglio a varie terapie mentre altre ci impiegano più tempo? A livello medico ormai è sempre più condivisa l’idea che la malattia sia l’effetto di molteplici fattori, tra cui anche quello psicologico.

 

Si parla quindi di MEDICINA PSICOSOMATICA: un approccio alla malattia che considera l’influenza reciproca di mente e corpo.

Negli anni sono state riconosciute varie malattie e sintomi aventi cause anche psicosomatiche come ad esempio:

  • nausea, vomito, diarrea, stipsi, colon irritabile, nausea, gastrite, iperacidità, se consideriamo il sistema gastrointestinale;
  • aritmie, crisi di tachicardia, cefalee se consideriamo il sistema cardiovascolare;
  • psoriasi, eritema, prurito, sudorazione profusa, acne se consideriamo il sistema cutaneo;
  • dolori mestruali, enuresi, impotenza se consideriamo il sistema genitourinario;
  • asma bronchiale, dispnea a livello di sistema respiratorio.

In generale troviamo disturbi legati all’ansia, stress, insonnia, calo del tono di umore, irritabilità. 
L’obiettivo dell’approccio psicosomatico, quindi è quello di vedere alcune malattie non come "nemici" da "combattere" il prima possibile, ma come "campanelli" che ci indicano qualcosa di più profondo, che ci suggeriscono che dobbiamo cambiare se vogliamo veramente guarire. Il cambiamento può essere in vari ambiti: alimentazione, movimento, posture, sport, ambiente, gestione dello stress. 
La proposta è quindi un invito all’ascolto e alla comprensione di quello che i nostri sintomi vogliono comunicarci, non per distruggerci, ma per invitarci a trovare un nuovo equilibrio.

Fino a quando il nostro obiettivo rimarrà solo quello di eliminare il sintomo, senza capirne le cause profonde che spesso contiene, non potremo essere veramente liberi dalla malattia. Dietro al sintomo si trova spesso un significato nascosto ed è nostro compito e responsabilità comprenderlo. 
Il corpo invia molti segnali che noi, "imbrigliati" negli impegni che la società ci impone, cerchiamo subito di spegnere perché "non abbiamo tempo", perché ci danno fastidio e ci costringono all’inattività. Preferiamo smorzare sul nascere ogni messaggio che il corpo ci invia in quanto è più "comodo" e soprattutto "veloce". Quindi ci si ammala e "si porta" il proprio sintomo dallo specialista che lo guarisce, possibilmente "in poco tempo". 
Non ci si chiede come mai quel sintomo sia arrivato proprio ora, non ci si domanda quale cambiamento sia opportuno portare nella propria vita; non si pensa che "forse" anche noi siamo RESPONSABILI sia della malattia sia della guarigione. Non c’è tempo o voglia di capire; non si ha neanche voglia di cambiare, abituati come siamo nei nostri schemi, nei nostri paletti, proprio quei paletti che ci danno sicurezza, ma che, se riflettiamo bene, possono anche diventare troppi e quindi diventare la "prigione" della nostra creatività e della nostra libertà. 

"Può darsi che non siate responsabili per la situazione in cui vi trovate, ma lo diventerete se non fate nulla per cambiarla" M.L.King